S. GIORGIO A CREMANO
Un pò di storia
Nel secolo decimo c’era un vasto territorio denominato Cambrano che dalla spiaggia si estendeva fino alle prime pendici del Vesuvio, ove si trovava un’altra località denominata Capitiniano. E’ in questa seconda località che nacque il primo nucleo del piccolo casale di San Giorgio, attorno ad una cappelletta intitolata al Santo; quando, nel secolo XII, i pochi abitanti si organizzarono in casale (oggi diremmo comune), ampliarono la cappelletta primitiva, la fornirono di un solido campanile e diedero al nuovo paese il nome di San Giorgio a Capitiniano. In Cambrano, intanto, si era diffuso il culto di Sant’Aniello e si costituì il casale di S. Aniello a Cambrano, molto più popoloso , ricco ,vasto e attivo, che non il minuscolo casale di San Giorgio (abbracciava tutta la parte bassa dell’attuale territorio sangiorgese, includendo la costa, il tratto della via costiera che lo attraversava, l’attuale centro storico fino all’inizio di via Pittore e forse oltre). San Giorgio a Capitiniano, invece, aveva come punto di riferimento la chiesa di San Giorgio Vecchio (non ancora nella forma attuale) e la parte superiore del nostro territorio (San Giorgio Vecchio, Pittore, Tufarelli, attuale via Manzoni, villaggio Corsicato…..),che era ancora in parte selvatico, boscoso e in via di sistemazione per renderlo adatto alla coltivazione. Sicché, sul territorio del nostro Comune, c’erano due casali ben distinti: il piccolo San Giorgio a Capitiniano e il grande S. Aniello a Cambrano. E questa sistemazione durò per circa tre secoli, cioè fino al secolo XIV. Quando ,tra il secolo XIII e il secolo XIV, per ragioni poco chiare, ma probabilmente connesse alla sanguinosa lotta tra Svevi e Angioini, il grande casale di Sant’Aniello a Cambrano si avviò a scomparire rapidamente come casale con propria amministrazione locale (università), il suo territorio venne assorbito dai casali confinanti (Portici, Barra, San Giorgio a Capitiniano). Gran parte del territorio di S. Aniello, compresa la stessa chiesa dedicata al Santo eponimo, fu unita a San Giorgio a Capitiniano, che raggiunse, più o meno, la sua estensione attuale di quattro chilometri quadrati circa. Da allora cambiò anche il nome del casale e fu tralasciato (e poi dimenticato) l’antico toponimo di Capitiniano. Forse nei primissimi anni del Trecento il nuovo casale, costituito sostanzialmente dai due casali di San Giorgio e di Sant’Aniello, si denominò San Giorgio e Sant’Aniello a Cambrano: ma presto Sant’Aniello scomparve e, già nel 1334 , troviamo il nuovo toponimo: San Giorgio a Cambrano. La chiesa di Sant’Aniello continuò a vivere come semplice cappella, mentre la chiesa di San Giorgio continuò ad essere la chiesa propria del nuovo ampliato casale: in essa e nel suo sagrato, si svolgeva tutta la vita pubblica (civile e religiosa) del paese. Per questo fu ulteriormente allargata in tre navate (come poi è restata) e in forme gotiche. Questa nuova situazione durò per circa due secoli, dal Trecento (sec. XIV) alla seconda metà del Cinquecento (sec. XVI). Nel secolo XV l’antico toponimo Cambrano si trasformò in Clamano e, quindi :San Giorgio a Clamano. Nel Cinquecento si ebbe il primo impianto che ha poi dato origine all’attuale centro storico. Le ragioni furono molteplici: la chiesa di San Giorgio era molto lontana, specialmente per coloro che abitavano nel territorio dell’antico casale di Sant’Aniello; d’altra parte, in conseguenza del Concilio di Trento, urgeva creare diversi rapporti tra la amministrazione locale (Università) e il titolare della chiesa propria del casale (al quale fu dato il titolo di parroco, con nuove mansioni). Per queste ragioni si costruì nella parte bassa del casale e, quindi, nel territorio dell’antico Sant’Aniello (a Cambrano) la nuova Chiesa di Santa Maria del Principio (oggi San Giorgio Martire), alla quale si trasferì la cura delle anime verso il 1570. La chiesa di San Giorgio restò abbandonata per circa quarant’anni, poi fu rifatta da un gruppetto di domenicani e, successivamente, fu affidata ad un eremita e divenne una suggestiva cappella rurale, periferica. Il centro abitato, forse già tendenzialmente avviato per la maggiore comodità e per i precedenti di Sant’Aniello, si organizzò attorno alla chiesa di Santa Maria del Principio (via della parrocchia, Borrelli, via Teglia). In quello stesso periodo il toponimo Clamano si trasformava in Cremano (e, quindi, San Giorgio a Cremano). L’eruzione vesuviana del 1631 causò la perdita di una fetta del territorio comunale (tra via Scalea e via Croce del Lagno), che fu assorbito da Portici; dall’altro lato, favorì l’accorpamento di buona parte dello antico casale di Casavaleria (il villaggio di San Martino, che precedentemente apparteneva a Barra). Nel Settecento la cupa dell’Arso (o Arzo) divenne la aristocratica via delle ville settecentesche. Intanto, la attività dell’Università (amministrazione) locale si svolgeva sempre all’ombra della parrocchia, come per il lontano passato. All’inizio dell’Ottocento si distinse nettamente la pubblica amministrazione civile (comunale) dalla vita della parrocchia. Il Comune ebbe una sua sede propria (prima in case d’affitto e solo alla fine dell’Ottocento nella attuale Casa Comunale che funzionava anche come Edificio Scolastico). Già nella seconda metà dell’Ottocento, per l’aumento della popolazione e per accogliere i villeggianti, che costituivano una voce importante della economia comunale, cominciarono ad aumentare le abitazioni nelle campagne al di sopra del largo dei Taralli (via Pittore, via Vesuvio, via S. Anna…); all’inizio di questo secolo fu aperta la via nuova tra via Vesuvio e i Cavalli di Bronzo (via Rodolfo Stanziale, ora Matteotti), con interessanti ville stile liberty. Ma il boom dell’urbanizzazione, che ha cancellato quasi ogni traccia di verde nel nostro Comune, tradizionalmente agricolo, si è verificato nella seconda metà del secolo (via Manzoni, villaggio Corsicato nel territorio dell’antico San Giorgio a Cremano e via San Martino)
Padre G. Alagi